Santosha, il secondo niyama elencato negli Yoga Sutra di Patanjali significa “contentezza” o “soddisfazione”.
E’ una qualità preziosa, uno stato d’animo di pace, serenità e di appagamento che puoi coltivare con la pratica dello yoga e della meditazione. Deriva dall’essere grati per ciò che si ha, senza desiderare altro.
Patanjali la descrive come:
“Un benessere senza eguali deriva dalla pratica dell’azione di accontentarsi“. Sutra II.42
Che cosa significa santosha?
Santosha è una parola sanscrita che significa “contentezza” o “soddisfazione”. E’ composta da “san” (completamente) e “tosh” (contento). Significa quindi “completamente contento” o “completamente soddisfatto”.
E’ spesso usata per descrivere uno stato di felicità e appagamento che derivano dall’osservazione interna (svadhyaya), dalla realizzazione di sé e della propria vera natura.
È uno dei cinque niyama. Con il linguaggio attuale potremmo definire gli yama ed i niyama dieci best practice che Patanjali1 indica a tutti coloro che stanno percorrendo il sentiero dello yoga. Sono delle strategie da adottare consapevolmente nella vita di tutti i giorni per cambiare e non essere più vittima degli automatismi mentali.
Santosha è una qualità molto preziosa per estirpare una delle radici della sofferenza. Non si ottiene dall’oggi al domani ma si coltiva nel tempo.
Automatismi e abitudini sono ostacoli che incontriamo lungo il nostro percorso evolutivo e che possiamo superare con la gestione consapevole della mente.
L’applicazione costante conduce ad uno stato di totale appagamento indipendente dalle cose materiali possedute o dai risultati raggiunti.
La felicità che deriva dagli oggetti posseduti è temporanea.
Diverrà chiaro ed illuminante che questa condizione deriva dalle relazioni con gli altri e non con gli oggetti posseduti, dalla salute e dalla spiritualità.
Impareremo la sottile arte di conoscere la nostra vera natura, apprezzare ciò che abbiamo, ciò che siamo o siamo diventati. Non desidereremo altro, illudendoci che sia il meglio a cui aspirare, poichè saremo in pace con noi stessi e con il mondo.
Felicità, appagamento, contentezza.
Felicità, contentezza e appagamento sono tutti stati emotivi positivi, ma ci sono alcune differenze tra di loro.
La felicità è uno stato di gioia e soddisfazione. È un sentimento più intenso della contentezza, che spesso è associato a eventi positivi ed esterni a noi, come il raggiungimento di un obiettivo o la nascita di un figlio. E’ un’emozione. Ed in quanto tale non è perpetua ma destinata a finire.
La contentezza è uno stato di soddisfazione per la propria vita e per ciò che si ha. È un sentimento di pace e serenità, che deriva dall’accettazione di sé e del proprio posto nel mondo.
L’appagamento è uno stato di soddisfazione e realizzazione. È un sentimento più profondo della contentezza e della felicità, che deriva dal senso di aver realizzato il proprio potenziale e di aver fornito al mondo il proprio contribuito positivo.
In definitiva, la differenza tra questi tre stati emotivi è la loro intensità e la loro durata. L’appagamento è uno stato più sottile e duraturo, mentre la felicità e la contentezza sono stati più intensi ma più fugaci.
Santosha è uno stato dell’essere.
La pace interiore si può raggiungere solo se accogliamo con distacco le emozioni sia positive che negative. In quanto emozioni, sono entrambi transitorie. Non dureranno per sempre. Ma insorgono, raggiungono un apice e poi, progressivamente, scompaiono sempre.
Santosha, ci indica di osservarle con distacco ad accettarle. Siano esse belle o brutte; piacevoli o dolorose; derivanti da successi o fallimenti.
Sostanzialmente, santosha è un percorso che cambia le attitudini mentali. Il percorso non sarà veloce e neppure facile. Ognuno lo seguirà con i suoi tempi. Aumenterà la consapevolezza del vero se, libero dai desideri, aspettative per il futuro o rimorsi e rimpianti per il passato.
L’invito è a concentrarsi sul cammino e non sugli obiettivi da raggiungere. Percorrendo il cammino di santosha, si imparerà ad accettare la vita per quello che è. Non per quello che vorremmo che sia. L’attenzione si rivolgerà a ciò che abbiamo e non a ciò che manca e che vorremmo avere.
Gratitudine, gioia di vivere e sorriso sulle labbra, lentamente, inizieranno ad affacciarsi nella nostra vita poichè, come ci insegna Gandhi2:
“La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia.“
Santosha nello yoga.
I momenti in cui ci dedichiamo agli asana sono ottime opportunità per sperimentare il non attaccamento, l‘accettazione dei limiti del corpo e delle nostre abilità, più in generale. Sono preziose occasioni per imparare ad accogliere, accettare e apprezzare ciò che la vita e lo yoga ci donano.
Vale la pena tenere a mente che quanto più ci guida la paura, l’attaccamento e la non accettazione, più ci allontaniamo dal sentiero dello yoga.
Questa dinamica si manifesta anche nelle sfide quotidiane: ogni volta che opponiamo resistenza e respingiamo le circostanze così come si presentano, ci allontaniamo dalla via della comprensione e dell’accettazione.
Per praticare santosha, è importante concentrarsi sul momento presente e apprezzare i propri progressi, piuttosto che concentrarsi su ciò che non si è ancora in grado di fare. Troveremo la felicità o, meglio, ci sentiremo totalmente appagati, solo quando ci emanciperemo ed impareremo a lasciare andare le aspettative e il desiderio di controllare l’incontrollabile.
Quando sorge l’appagamento nello yoga? 🤨🧐
Nello yoga, l’appagamento può sorgere quando si raggiunge un livello di consapevolezza e di equilibrio tra mente, corpo e spirito.
Non è necessariamente legato alle prestazioni fisiche. Il profondo ed autentico appagamento può emergere quando si è in grado di accettare se stessi senza giudizio, si raggiunge uno stato di pace interiore o quando la posizione raggiunge un livello di stabilità e comfort da poter essere mantenuta a lungo e non proviamo il desiderio di abbandonarla.
Conclusioni
Santosha può cambiare la tua vita. Può portare a una felicità profonda e duratura a patto di essere disposti a dedicarle tempo e dedizione.
Quando pratichiamo santosha, ci liberiamo da attaccamenti inutili e apprezziamo il momento presente, il “qui e ora”.
Per concludere, alcuni suggerimenti per la tua pratica:
- Concentrati sul momento presente.
- Apprezza i tuoi progressi.
- Lascia andare le aspettative verso il futuro.
- Non ti aggrappare a ciò che non puoi controllare.
- Non aggrapparti ai tuoi fallimenti.
- Pratica la gratitudine.
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