I praticanti di yoga imparano presto che la gratitudine è tra i semi più importanti da piantare e coltivare nel proprio cammino.
La gratitudine è un’emozione e l’arte di non dare niente per scontato.
E possibile sviluppare questa arte con lo yoga?
La moderna società occidentale, quella dei consumi, ci ha illuso che la felicità e la realizzazione personale dipendano esclusivamente da successo e ricchezza. Media e la pubblicità, suggeriscono costantemente l’illusione che sono felici solo le persone belle, ricche e famose.
Individuo in questa illusione è il più grande velo di maya dei nostri tempi che ostacola la scoperta della verità.
La verità è che la felicità e la realizzazione personale non dipendono dalle nostre apparenze o dal nostro status sociale ma dal nostro modo di essere interiormente: dalla capacità di apprezzare ciò che abbiamo e dall’abilità di vivere pienamente la vita.
La gratitudine è la chiave per svelare l’illusione. Quando siamo grati per ciò che abbiamo, impariamo ad apprezzare anche le piccole cose della vita, a vedere la bellezza e la ricchezza del mondo che ci circonda in ogni istante.
Accettare ciò che ci accade non significa essere passivi ma è un punto di partenza per migliorare noi stessi e comprendere che la felicità dipende dal nostro livello evolutivo individuale. Dal non voler vivere situazioni conflittuali che hanno origine dal meccanismo di attaccamento-repulsione.
E’ un modo di essere interiori scollegato dalle circostanze esterne.
Quale ruolo svolge Anahata Chakra per sviluppare la gratitudine?
La gratitudine è un’emozione che sviluppa apprezzamento e riconoscenza per ciò che abbiamo e che ci rende più felici.
È associata ad Anahata chakra, il quarto chakra situato nel torace.
Con Anahata chakra armonico, è facile provare amore incondizionato, empatia, comprensione e senso di libertà.
Accettare tutto ciò che si trova al momento presente, nella nostra vita, di bello o di brutto è un’abilità che richiede tempo e pratica.
Ma è un’abilità essenziale per provare gratitudine ed evolversi.
La gratitudine aiuta a vedere la bellezza e la perfezione della vita, anche attraverso le sue imperfezioni. Aiuta a concentrarci su ciò che abbiamo, piuttosto che su ciò che ci manca; a trovare pace interiore e felicità.
Esistono tanti metodi per praticare la gratitudine.
I praticanti di yoga hanno a loro disposizione una lunga serie di strumenti che possono aiutarli a coltivare questa emozione e a modificare il loro mindset.
Asana, meditazione, pranayama, mudra e mantra sono tutte pratiche che possono essere utilizzate per sviluppare la gratitudine e onorare la propria vita.
La Vita, a sua volta, si dimostrerà grata verso di noi donandoci un vivere leggero, sereno e circondato da abbondanza.
La neuroscienza sostiene Patanjali: la mente è malleabile ed un filtro
La nostra mente è un filtro che determina il nostro modo di vedere e di vivere nel mondo.
Se ci focalizziamo principalmente sugli aspetti negativi della realtà, vedremo solo il lato oscuro della vita, la realtà ci apparirà oscura e minacciosa.
Se invece decidiamo di nutrire la vita di positività, saremo in grado di analizzare le nostre esperienze con occhi diversi, pieni di luce e gioia.
Questa è una verità che Patanjali ci ha trasmesso e che oggi è confermata anche dalla scienza.
Le neuroscienze hanno dimostrato che il cervello è plastico, e che il suo funzionamento può essere modificato attraverso il nostro impegno.
La mente si nutre di sensazioni ed emozioni. Sta a noi decidere quale di queste servirle.
Quando pratichiamo yoga, impariamo a coltivare una mente consapevole, aperta, equanime.
Non neghiamo la realtà, ma impariamo ad accettare con giusto distacco anche le esperienze dolorose.
Asana per praticare la gratitudine
La breve sequenza che ti propongo è caratterizzata dall’esecuzione di due tipi di asana:
- flessioni in avanti perchè aiutano ad esprimere la nostra gratitudine:
- apertura del cuore. Il cuore e collocato al centro del torace ed il relativo chakra occupa questa intera area. Quindi, è importante ridurre le tensioni presenti in questa zona anatomica e migliorare l’apertura del torace.
L’insoddisfazione genera tensioni fisiche ed emotive. Per allentarle, ricordati, prima di eseguire tutti gli asana di raggiungere
- stabilità e comodità;
- appoggio stabile.
Vajrasana
Secondo la tradizione, in Vajrasana la mente si schiarisce, la fa brillare come un diamante e la rende potente come un fulmine. E’ ritenuta la posizione più idonea per meditare.
Non eseguire vajrasana se hai problemi alle ginocchia o alle caviglie. In questo caso è preferibile scegliere un’altra posizione meditativa seduta.
Se non hai problemi alle ginocchia, ma senti dolore puoi appoggiare dei sostegni
- tra polpacci e cosce se se ti fanno male le ginocchia;
- sotto le tibie, se ti fanno male;
Inginocchiati a terra, appoggia il dorso dei piedi sul pavimento ed il primo dito di entrambi i piedi. Siediti sui talloni con la schiena ben dritta ma morbida.
Ricerca stabilità e comodità nella posizione.
Osserva la verticalità della colonna ed assicurati di rispettare le sue curve fisiologiche. Il mento è leggermente orientato verso lo sterno.
Le mani sono in Anjali mudra.
Esprimi la tua gratitudine verso tutto ciò che la vita ti ha donato e che ritieni di valore.
Effettua alcuni respiri, spontaneamente. Non cercare di modificare il tuo respiro spontaneo.
Quando, senti che è giunto il momento, transita lentamente nella posizione successiva.
Balasana, la posizione del bambino
Inspirando, porta le braccia sopra la testa. Espirando fletti il tronco in avanti sino a toccare il pavimento con le braccia e la fronte. Resta concentrato sul sentimento di gratitudine che vuoi esprimere. Inspirando, allunga la colonna. Rilassa collo, spalle e tutto il viso.
Esegui Balasana a stomaco vuoto. Comprenderai ben presto che inspirando l’addome preme contro le cosce ed il respiro si espande nella parte alta e posteriore della schiena.
Cerca di eseguire varianti o non eseguirla affatto se presenti
- Problemi alle ginocchia: prova ad usare un cuscino;
- Lesioni o problemi cronici al bacino: ti sconsiglio di eseguire la posizione;
- In gravidanza: divarica le ginocchia in modo che la pancia non spinga sulle cosce e lasciare spazio all’addome;
- Diarrea;
- Ipertensione: appoggia la testa su un sostegno in modo che la stessa non si trovi più in basso del cuore.
Per passare alla prossima posizione, quella del gatto, inspira sollevando il tronco e le braccia.
Marjariasana, la posizione del gatto.
Divarica le ginocchia alla larghezza delle anche. Le mani sono appoggiate sul pavimento alla larghezza delle spalle. La testa è in linea con il resto della colonna. Distribuisci uniformemente il peso del corpo sui quattro arti. E non dimenticare di ricercare la posizione comoda e stabile.
Inspirando profondamente, inizia il movimento partendo dal bacino. Inarca la schiena verso il basso, porta il tuo sguardo in alto, mentre alzi il mento. Le spalle si abbassano e il petto si apre.
Espirando, il movimento parte sempre dal bacino, inarca ingobbisci la schiena, abbassa lo sguardo e la testa. Porta il mento verso lo sterno.
Contrai il perineo per completare l’espiro, chiudi la gola e contrai i muscoli addominali in Maha Bandha (La “Grande chiusura” o “Grande sigillo”).
Ripeti per alcune volte per mobilizzare e riscaldare la schiena. Se senti il bisogno di riposarti torna per alcuni respiri in balasana. Mantieni le braccia distese in avanti con i palmi delle mani appoggiati sul pavimento.
Bhujangasana, il cobra
Non eseguire questa posizione se:
- in gravidanza;
- se hai subito un intervento chirurgico, soprattutto addominale. Non dimenticare di chiedere preventivamente al tuo medico quando potrai riprendere a fare sforzi.
- Se non hai riscaldato i polsi o se nel caso in cui tu abbia dolore o problemi ai polsi, puoi rimanere sui gomiti (nella posa della Sfinge) o utilizzare dei supporti;
Sdraiati a terra con i piedi alla larghezza dei fianchi, le dita distese sul pavimento.
Porta le mani sotto le spalle e premi il pube sul pavimento per stabilizzare la colonna lombare. Inspirando, solleva il petto dal pavimento. Rilassa le spalle. Espirando torna a terra. Ripeti alcune volte.
A questo punto il tuo fisico dovrebbe essere pronto per eseguire la seguente posizione.
Ustrasana, la posizione del cammello
Da Bhujangasana, mantieni le ginocchia alla larghezza del bacino. Spingi le mani contro il pavimento mentre inspiri e solleva il tronco per tornare in vajrasana. Le dita dei piedi sono distese sul pavimento.
Inspirando, attiva i glutei e spingi in avanti il coccige.
⚠️ Questa fase è importantissima per non danneggiare la colonna lombare.
Inspira profondamente per aprire il torace. Non sollevare scapole e spalle. La testa va indietro, ma fai attenzione a non portare la colonna cervicale in una posizione innaturale.
Appoggia le mani sui talloni o sulla punta dei piedi.
Siediti nuovamente sui talloni e ripeti alcune volte.
Se il tuo corpo non è ancora pronto per eseguire la posizione come illustrato puoi flettere le dita dei piedi o praticare Ardha Ustrasana, la mezza posizione del cammello in cui i palmi delle mani sono appoggiati alla colonna lombare per sostenerla.
Per riposare torna in balasana con le braccia distese lungo il corpo e i palmi delle mani rivolte in alto verso il soffitto oppure, distenditi sul pavimento in shavasana prima di continuare.
Setu Bandhasana, il mezzo ponte
Disteso sul tappetino. Porta i talloni alle natiche e cerca di afferrare le caviglie con le mani. Se ti riesce difficile appoggia i palmi delle mani sul pavimento. Le piante dei piedi poggiano sul pavimento alla stessa larghezza delle anche. Premi bene con i piedi sul tappetino, porta le ginocchia in avanti verso il muro di fronte a te. Le spalle e le scapole sono rilassate e verso i piedi
Inizia a sollevare i fianchi, la zona pelvica.
Il peso è uniformemente distribuito tra anche, spalle e piedi.
Respira normalmente e mantieni la posizione.
Per tornare nella posizione di partenza, srotola lentamente vertebra dopo vertebra per far scendere la schiena sul pavimento.
Allungando le gambe a terra in shavasana.
Resta per alcuni respiri.
Setu Bandha Sarvangasana è controindicato in presenza di:
- lesioni al collo;
- ernia addominale;
- iperlordosi lombare;
- ulcera peptica o duodenale.
⚠️ Sconsigliatissimo alle donne in gravidanza poichè aumenta la pressione sull’addome.
Hridaya mudra
Per concludere la sequenza assumi una comoda posizione seduta meditativa. Porta i palmi delle mani sulle ginocchia nel chakra del cuore.
In questo mudra gli indici sono appoggiati alla base dei rispettivi pollici.
I polpastrelli di pollice, medio ed anulare si sfiorano e i mignoli restano distesi.
Porta l’attenzione al respiro e percepisci il prana che viaggia dalle mani al cuore e a tutto il resto del corpo.
Resta in meditazione per alcuni minuti.
Conclusioni
In chiusura, la gratitudine è una forza interiore che può essere alimentata e diventare sempre più potente attraverso il tuo percorso di yoga.
Mantenere un atteggiamento di gratitudine, imparare a vedere la bellezza e la ricchezza in cui nuotiamo, apporta certamente cambiamenti significativi nella vita.